PANLEUCOPENIA O GASTROENTERITE VIRALE FELINA (FPV)
Cos’è? Si tratta di una gravissima malattia virale diffusa su scala mondiale, estremamente contagiosa tra i gatti ma che non si trasmette all’essere umano. E’ causata da un virus felino (FPV), ma i mici possono essere colpiti anche da una variante del Parvovirus canino (CPV-2).
Come si diffonde? Questi patogeni sono purtroppo molto diffusi e resistenti nell’ambiente: la propagazione avviene per lo più attraverso la saliva, il vomito, le feci e l’urina di altri animali infetti a seguito di ingestione di materiale contaminato, inalazione di particelle virali e contatto con altri animali ammalati: questi ultimi, se guariscono, continuano ad espellere virus per oltre un mese dalla guarigione clinica.
Chi colpisce? I più suscettibili sono i gattini ed i giovani non vaccinati, in cui provoca una mortalità molto elevata ma può colpire gatti di tutte le età. I sintomi sono: sonnolenza, anoressia, vomito, febbre oltre i 40°, diarrea profusa, liquida e maleodorante. Se compare sangue nelle feci, a causa dell’ingente danneggiamento delle cellule intestinali, la situazione è molto grave e la morte può sopraggiungere in 1-3 giorni. Il virus colpisce anche il midollo osseo determinando un drastico calo dei globuli bianchi (da cui deriva il nome di panleucopenia), evidenziabile attraverso un esame del sangue. Il tempo di incubazione varia da 2 a 6 giorni. La morte può sopraggiungere per disidratazione o per infezioni batteriche secondarie. Se viene colpita una gatta durante le prime fasi della gravidanza, si verifica l’aborto; nelle fasi più avanzate il virus colpisce il sistema nervoso dei feti causando danni al cervelletto (“ipoplasia cerebellare” che determina gravi alterazioni nella capacità di coordinamento dei movimenti dei gattini). Attenzione: se un gattino di una cucciolata risulta infetto TUTTI i gattini conviventi vanno considerati tali e trattati di conseguenza!
Come per tutte le malattie virali, non esiste una terapia specifica; si può solo attuare una terapia di sostegno affinché il sistema immunitario del malato riesca a liberarsi dal virus. Il Veterinario somministrerà pertanto fluidi per via endovenosa per combattere la disidratazione, sostentare l’organismo e ripristinare l’equilibrio acido-base, oltre ad antibiotici per contrastare le infezioni batteriche secondarie. L’efficacia delle cure dipende dall’età del paziente: più è giovane, maggiore è il rischio di morte, purtroppo. I gattini possono morire anche a distanza di sole 24 ore dalla comparsa dei primi sintomi; nel caso di gatti adulti non immuno-compromessi, invece, il virus presenta scarsa attitudine patogena, inoltre può capitare che la malattia non presenti sintomi evidenti (forma subclinica) e che il gatto si riprenda rapidamente. I gatti che guariscono solitamente non riportano conseguenze e sviluppano immunità al virus.
Profilassi in primis vaccinale: ogni gattino DEVE assolutamente essere vaccinato contro questa malattia (anche quelli che vivranno in appartamento!). Il vaccino fa parte del classico Trivalente e si inizia con una prima dose a 8-9 settimane di età, poi con una successiva dopo 3 settimane, e quindi un richiamo dopo 1 anno. A seguire richiami successivi con cadenza da 1 a 3 anni secondo il protocollo vaccinale stabilito dal Veterinario di fiducia. E’ preferibile non vaccinare le gatte se vi è il sospetto che siano gravide soprattutto se si impiegano vaccini vivi attenuati, perché il virus vaccinale può causare lesioni cerebrali ai feti. Inoltre è fondamentale l’igiene: come già accennato, il virus è molto resistente e può persistere nell’ambiente contaminato molto a lungo (anche più di 1 anno). Occorre quindi disinfettare le ciotole, le copertine e l’ambiente in cui hanno vissuto i gatti contagiati con ipoclorito di sodio (candeggina) diluito in acqua perché il virus non è distrutto dai comuni disinfettanti. Servono misure igieniche severissime in ambienti in cui convivono più animali: nelle colonie feline, nei pensionati e nei gattili, ovvero laddove si vengono a radunare numerosi soggetti giovani e ricettivi, questa è un’infezione che purtroppo può ricorrere ciclicamente, per cui è importantissimo non abbassare mai la guardia sull’igiene e la politica vaccinale! Si rende necessario l’uso di soprascarpe, guanti monouso, gabbie perfettamente pulibili e massima attenzione, in quanto il contagio può avvenire anche attraverso i vestiti o le scarpe che possono trasportare il virus in luoghi distanti da dove e’ avvenuta l’infezione primaria! In caso di epidemia in una struttura ricettiva, l’isolamento dei soggetti malati è assolutamente necessario, inoltre è bene non accogliere mai più di una cucciolata per volta se non c’è una struttura idonea e personale formato in grado di gestire la quarantena in modo professionale!
NOTA: oltre al gatto domestico e agli altri felidi, la panleucopenia colpisce anche i mustelidi (come i furetti e i visoni) e i procionidi (come l’orsetto americano), per cui prestate molte attenzioni anche a questi simpatici animali se vivono in famiglia perché sono a rischio anche loro!